|
1. |
|
|
|
|
L'ORGOGLIO NAZIONALE
L'orgoglio nazionale è un funerale,
quest'orgoglio nazionale è un funerale.
La barca tocca il fondo e allegri tocca stare,
la trappola mortale è questo orgoglio nazionale
L'orgoglio nazionale è un funerale,
quest'orgoglio nazionale è un funerale.
Tra vizi onnipotenti e stronzi sui balconi,
la morte celebrale di un giorno da leoni.
Colonialismo emergenziale è ortodossia
contrae il potere attorno a un lurido banchiere.
Stupra il presente, del reale fa razzia:
forza il diritto naturale a soggiacere.
Idioti digitali laureati quinquennali
che si cingono d'allori dispensati dai lavori
e un pubblico pagante getta petali adorante
al consenso saprofita che lo priva della vita.
L'orgoglio nazionale è un funerale,
quest'orgoglio nazionale è un funerale.
Lo stato si lamenta se stiamo troppo male,
la trappola mortale è questo orgoglio nazionale
L'orgoglio nazionale è un funerale,
quest'orgoglio nazionale è un funerale.
Tra "eroi" condiscendenti e stronzi sui balconi
la morte celebrale di un giorno da leoni.
L'azzeramento culturale è lo stadio terminale
del processo di decollo di uno stato di controllo
che previene opposizione sotterrando ogni ragione
che stratifica il sociale amministrando un animale.
La fede nuova fa di vita emorragia,
piazza eremiti vuoti in celle virtuali.
Fiacca la scienza non è rito, è blasfemia:
profana i templi del sapere degli umani.
|
|
2. |
|
|
|
|
CAERENOISE
Plumbeo meriggio domenicale
sagome scure sulla linea del mare
vento gelato a spazzar le calanche
desolazione tra le case bianche:
La bellezza può sconfiggere il mercato,
la cultura sopravvivere al potere
ma ignorando le lusinghe di obbedire
al clamore patetico ostentato.
Passi lontani nella stasi regnante,
sguardi malversi al buio dietro le ante,
sentinella dell'eterno esecrare
che l'affine è perverso per criterio ufficiale.
L'autocrate è fedele alla tragedia
quando è il popolo a fornire gli stivali.
Imbeccato di proclami sempre uguali
si fa gregge ed ogni analisi ripudia.
|
|
3. |
|
|
|
|
ROMA NON C'E' PIU'
Roma non c'è più
Non c'è bisogno di occultare il fatto
Roma non c'è più
Non c'è bisogno di occultare il fatto
Non c'è neanche Gesù
L'hanno chiuso in un cassetto rotto
Non chiedermelo più
Non c'è bisogno di occultare il fatto
"Scorda l'affronto adesso e l'ira accolta,
l'Àmor calpesto, l'urlo della sferza.
Dispetto al giogo il guardo porgi terso
o Madre ai figli, e ascolta.
Falso lucore è l'oro ostenso
dalla manca d'ogni vile pubblicano:
rinnegalo, e il tuo nome sia sovrano
sopra ogni core che vi trovi senso.
Roma non c'è più
Non c'è bisogno di occultare il fatto
Roma non c'è più
Non c'è bisogno di occultare il fatto
Non c'è neanche Gesù
L'hanno chiuso in un cassetto rotto
Non chiedermelo più
Non c'è bisogno di occultare il fatto
Tu Diva, a ogni caduta invitta
per risonanza della tua Dottrina
gl'intemerati affianca, ora cammina!
Respingi 'l serpe che ti vuol afflitta.
Facesti d'ogni popolo paese
ed ogni popolo di te Ecumene.
Irradia i figli tuoi, concedi il Bene
Diman non siano vacue le contese."
|
|
4. |
|
|
|
|
EVERY FUCKIN' MONDAY
Nove mesi in panza
poi in fasciola
tra sbaciucchi croste lattee e lacrimoni
poi p'er laccio, in ner crino, e in vesticciola
cor torcolo e l'imbraghe nei ccarzoni.
every every fuckin' monday
every every fuckin' day
every every fuckin' monday
every every fuckin' day.
Poi comincia er tormento della scola
l'abc, le frustate, li ggeloni
la rosalia, la cacca alla ssediola
e un pò de scarlattina e vormijjoni.
Poi viè l'arte, il diggiuno, la fatica,
la pigione, le carceri, er governo,
lo spedale, li debbiti, la fica
er sole d'estate
la neve d'inverno
You feel depressed because
another day is gone
you feel depressed because another
fuckin' day is gone
You feel depressed because
another day is gone
you feel depressed because another
fuckin' day is gone
Pè urtimo
Che Iddio sce bbenedica
viè la morte
e finisce co l'inferno
finisce co l'inferno
co l'inferno
|
Quattro distopiche danze post punk, sincopate come il volo del fantasioso chirottero assurto a bestia totemica della decadenza di un sistema sociale
released February 22, 2022
Lorenzo Carbone: voce e basso;
Cristiano Bennati: chitarra e voce;
Mr SGuitArr: chitarra;
Simone Angelotti: batteria;
Con la speciale partecipazione di G/Ab Svenym Volgar leader e voce dei Deviate Damaen: Voce su “Roma non c’è più”.
Scritto ideato e composto da: Cristiano Bennati e Lorenzo Carbone ;
Etichetta: Hellbones records
Registrato a Roma nel Novembre 2021 presso il Melopea Studio da Massimiliano Angelotti. Progetto grafico a cura di: Valerio Paglione